Le persone cambiano?

06.02.2024

E' davvero possibile cambiare? Quante volte vi siete chiesti se le persone accanto a voi possono migliorare, o se per voi esiste la possibilità di cambiare ed essere più vicini all'immagine ideale che avete di voi stessi?  

La risposta della Psicologia è SI, si può cambiare, ma non basta volerlo, nè dirlo, bisogna impegnarsi.



Ho sempre pensato che nei proverbi si racchiuda e si conservi in forma sintetizzata (nonchè impossibile da dimenticare) il frutto di decenni di esperienza dei nostri avi e dei loro antenati; ogni volta che un nonno, un genitore o un insegnante tramanda un proverbio, riporta con poche parole un dogma semplicissimo ed immodificabile: "Chi nasce tondo non può morire quadrato", "Il lupo perde il pelo ma il vizio mai" "Sempre ti graffierà chi nasce gatto" la saggezza popolare non ha dubbi, le persone non cambiano, non perdono i loro vizi e difetti e finiranno per confermarsi quello che sono sempre stati.

Ascoltando i problemi dei miei pazienti uno dei dubbi che più frequentemente sollevano nel corso della terapia, spesso all'inizio della stessa è "riuscirò a cambiare?" oppure "ma c'è una speranza che il/la mio/a compagno/a cambi?"

La risposta non è così facile e scontata come raccontano i proverbi ed il cambiamento è un evoluzione naturale ma non sempre sostanziale. Infatti nella maggior parte dei casi la mente umana procede in modo economico e formula, grazie all'esperienza, degli "schemi" ovvero insiemi di idee e pensieri su come le cose funzionano in modo da sapere cosa aspettarsi. Ad esempio in base alla mia esperienza ho formulato il concetto di cane come di un animale con 4 zampe, peloso, con la coda, capace di abbaiare ecc. L'arrivo di nuove informazioni può modificare tali schemi per aumentare la mia comprensione dei fenomeni e la capacità di prevedere e fronteggiare situazioni. Se infatti ci dovesse capitare di vedere un cane mordere qualcuno potremmo aggiungere allo schema che già abbiamo l'informazione che il cane può mordere e fare del male. Le persone cambiano continuamente perchè di continuo apprendono nuove informazioni che modificano e migliorano le credenze preesistenti, quindi il cambiamento è un processo insito nella crescita stessa.

Tuttavia a volte questo non accade e le nuove informazioni che arrivano non vanno a modificare gli schemi che già abbiamo; Così accade che vorremmo cambiare ma non ci riusciamo. Infatti, ci sono schemi di funzionamento e credenze che resistono al cambiamento anche quando invece questo sarebbe necessario, è il cosiddetto "paradosso nevrotico" o resistenza al cambiamento. La resistenza al cambiamento è, in questi casi, fonte di grande sofferenza psichica e per tanto rappresenta un tema molto studiato dalla Psicologia Cognitiva moderna. Perchè pur sapendo che quel modo di fare, parlare e pensare non funziona e non ci permette di raggiungere nessun obiettivo non lo abbandoniamo? Come è possibile che una persona persista in una condotta per lui infelicemente nociva? 

La risposta è che non è facile farlo. E spesso il cambiamento è temuto o visto come qualcosa di pericoloso. L'alternativa, che sarebbe giustificata ed auspicabile, potrebbe essere peggiore in quanto non la conosciamo. Inoltre un modo di comportarsi abitudinario rappresenta per la mente qualcosa di familiare e semplice, che richiede meno sforzo e fatica. Come la strada che facciamo da casa al lavoro, se è sempre la stessa da molto, finiamo per farla in automatico. Per poter cambiare è indispensabile essere motivati in quanto cercare di cambiare vuol dire impegnarsi e rompere l'automatismo. Possiamo farlo ma si tratterà di disattivare il pilota automatico, cambiare strada e magari rischiare di perdere tempo o trovare traffico, almeno le prime volte, questo scoraggia. Tuttavia ogni passo differente nel pensiero e nell'azione possono dare vita a nuove abitudine e nuovi modi di essere.

Le neuroscienze forniscono una risposta decisa e positiva. Ad oggi hanno ormai largamente dimostrato come il cervello sia capace di cambiare nelle sue connessioni e nelle sue sinapsi, modificandosi plasticamente grazie ad esperienze e relazioni significative (come accade ad esempio in psicoterapia).

E' stato anche dimostrato che con un training mentale continuo e specifico si può modificare la morfologia del cervello e ottenere il miglioramento di alcune facoltà cognitive (compassione, attenzione e cambio di prospettive) e ridurre alcuni indicatori di stress.

Grazie agli studi effettuati con le nuove tecniche di neuroimmagine (fMRI, PET,SPECT ) si è dimostrato, inoltre, che la psicoterapia produce modificazioni osservabili sul cervello e che tali cambiamenti si mantengono stabilmente nel tempo.

In conclusione la risposta della psicologia e delle neuroscienze rispetto alla possibilità di cambiamento nelle persone è del tutto positiva, le persone possono cambiare e migliorare grazie ad esperienze positive correttive. Tuttavia questo processo non è scontato e richiede impegno, fatica oltre che una forte motivazione. In sintesi chi nasce tondo potrebbe anche morire quadrato, ma questo non accade facilmente e specialmente se non vi è alcuna motivazione per farlo.

Karlsson Hasse (2011). How Psychotherapy Changes the Brain. Psychiatric Times. August 11. Vol.28 (8).

Mancini F., Gangemi A. (2002) Il paradosso nevrotico ovvero della resistenza al cambiamento. 

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